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RICCIcliamo: la nuova vita degli scarti alimentari del riccio di mare

RICCIcliamo: la nuova vita degli scarti alimentari del riccio di mare

RICCIcliamo (www.riccicliamo.it) è un cappello sotto cui ricadono due progetti di ricerca, di durata triennale: CIRCULAr, finanziato da Fondazione Cariplo, e BRITEs, finanziato dai fondi PRIN del MUR.

L’obiettivo è quello di riconvertire gli scarti alimentari del riccio di mare in prodotti ad alto valore aggiunto. Ciò che viene consumato, infatti, sono solo le gonadi del riccio, mentre la stragrande maggioranza della sua massa (di cui la teca, lo “scheletro” del riccio, rappresenta sicuramente l’elemento più importante) viene scartato.

Dare valore aggiunto agli scarti di ricci di mare permetterebbe inoltre di valorizzare l’echinocoltura (allevamento dei ricci), pratica attualmente poco redditizia a causa della crescita lenta degli esemplari e, appunto, della relativa scarsità di prodotto finale. Se si riuscisse invece a rendere più redditizia e proficua tale pratica si potrebbe ridurre lo sfruttamento degli stock naturali di ricci di mare, una specie che è fondamentale per l’equilibrio degli habitat marini e che è spesso sfruttata in maniera incontrollata: attualmente, infatti, la domanda del mercato del riccio è quasi esclusivamente basata sul prelievo.

 

In particolare, dagli scarti si vogliono realizzare due linee di prodotti:

- una speciale farina di riccio, realizzata a partire dalla teca, che viene triturata. Vista l’alta concentrazione di carbonato di calcio che contiene, la farina sarà utilizzata come integrazione nel mangime per le galline ovaiole, e per i ricci di mare stessi;

- dei sostituti della pelle a due strati (epidermide e derma), utili per accelerare la guarigione di ferite e ustioni, realizzati a partire dal collagene estratto dagli scarti (in particolare, dalla cosiddetta membrana peristomiale).

 

Ai progetti prendono parte ricercatori e ricercatrici afferenti a:

- Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali (ESP) dell’Università degli Studi di Milano (capofila progetto CIRCULAr, Prof.ssa Michela Sugni);

- Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione (BCA) dell’Università degli Studi di Padova (capofila progetto BRITEs, Prof. Marco Patruno), in collaborazione con i Dipartimenti di Neuroscienze e Maps di Padova;

- Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DISTAV) dell’Università degli Studi di Genova

 

Per maggiori informazioni sui progetti BRITEs e CIRCULAR, e per seguirne gli aggiornamenti, è possibile visitare il sito internet e i relativi profili social (pagina Facebook e profilo LinkedIn).